Social Network, e-mail e ragazzi!

16 Dicembre 2015

La privacy è da sempre un campo minato, se si aggiungono poi i pericoli che possono intercorrere da una diffusione dei dati sensibili online applicata ai ragazzi, l’impatto potrebbe essere molto pericoloso. Domani  la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni voterà l’emendamento, che verrà ratificato dal Parlamento il prossimo anno. La questione è semplice: ” I Social Network e le e-mail possono essere gestite dai ragazzi under 16? O per il loro utilizzo è auspicabile che il genitore ne consenta l’autorizzazione?” Il testo dell’emendamento recita:  “Il trattamento dei dati personali di minori di età inferiore ai sedici anni è lecito se e nella misura in cui il consenso è espresso o autorizzato dal genitore o dal tutore del minore“.

Ciò sta a significare che ogni professionista del web (azienda, social network, etc) dovrà possedere la certezza che i ragazzi under 16 posseggano il permesso dei genitori, o di chi ne fa le veci, prima di inglobare ed utilizzare le loro informazioni personali.

Finora si poteva avere libero accesso a queste informazioni per qualsiasi tipologia di soggetti, facendo eccezione per i minori di 13 anni (ad esempio per l’iscrizione a Facebook, bisogna avere minimo 13 anni quasi in tutti i paesi del mondo, fanno eccezione Spagna e Corea del Sud che richiedono un’età anagrafica superiore; stesso precetto viene seguito da Google con Gmail, YouTube o Google Plus). L’età del consenso digitale era stata fissata alla soglia dei 13 anni dal Children’s Online Privacy Protection Act statunitense.

La modifica che verrà discussa domani tende a preservare la privacy dei ragazzi che vengono quindi indicati come non in grado di gestire correttamente la loro protezione digitale, in vista soprattutto di un orizzonte di medio lungo termine, dove persino un posto di lavoro può essere messo a repentaglio da informazioni, commenti o immagini pubblicate in età adolescenziale.

Sono nate però polemiche per questo prossimo e probabile cambiamento, sia dalle imprese digitali che cercano di raggiungere qualsiasi target, anche i bambini, ma anche dalle associazioni come European Safer Internet network che giudica già inefficaci le attuali forme di prevenzione tant’è vero che nel 2011 un report ha evidenziato che su 25.000 bambini europei tra i 9 e i 12 anni il 38% possedeva un profilo su Facebook, in parallelo negli USA il 19% dei genitori affermavano che i loro figli di 10 anni avevano un profilo di Facebook, il 32% degli undicenni e il 55% dei dodicenni.

La mission è sicuramente la sicurezza sul web di bambini e ragazzi, la metodologia per ottenerla è, ad oggi, sicuramente un work in progress.

Fonte:”http://www.repubblica.it” – Autore: Rosita Rijtano – Data: 15/12/2015